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Firma la petizione per sostenere il Manifesto del riutilizzo - Giacimenti Urbani

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Manifesto del riutilizzo

Aiutaci a chiedere al nostro Governo linee guida e decreti attuativi per l’attivazione di circuiti di contenitori riutilizzabili.

Firma la petizione a sostegno de il Manifesto del riutlizzo: https://chng.it/bbX7pM7W

Dire basta all’usa&getta significa ridurre lo spreco di risorse, i rifiuti – in particolare quelli dispersi nell’ambiente – e le emissioni di CO2

eppure la crescita smisurata del monouso, in particolare plastico, è davanti agli occhi di tutti noi. Qualche dato:

•       nel 2020 sono state immesse sul mercato nazionale italiano 13.101.000 tonnellate di imballaggi nei diversi materiali che, in buona parte, diventano rifiuti nel corso del medesimo anno, a volte dopo pochi minuti dal loro primo utilizzo;

•         nel 2020 per ogni cittadino italiano sono state immessi sul mercato 224 Kg di imballaggi nei diversi materiali;

•       si è calcolato che in UE il consumo annuale di usa e getta per i contenitori sia di oltre 19 bilioni mentre per quanto riguarda il beverage si parla di 33 bilioni: entrambi rientrano nei rifiuti plastici più diffusi nelle spiagge; 

•       i dati dicono che si ottiene un vantaggio ambientale rispetto all’usa e getta se si utilizza un bicchiere almeno 4 volte o un contenitore 13 volte (fonte: Zero Waste Europe).

Il packaging usa&getta è una delle pratiche più inquinanti del consumo di cibi e bevande, perché presuppone uno spreco per ogni occasione di consumo ed è lo standard di confezionamento di interi mercati.

Il packaging usa e getta rappresenta in UE il 36% dei rifiuti, molti dei quali non vengono gestiti correttamente – meno del 40% va a riciclo -. È per questo motivo la normativa Europea e nazionale auspica l’attivazione di circuiti di riutilizzo, eppure difficilmente è possibile attivare dei circuiti di riutilizzo attuati a causa di lacune di ordine amministrativo, fiscale e sanitario.

Come favorire i sistemi di riutilizzo e così ridurre la plastica monouso, anche fuoricasa? Solo attivando un dialogo concreto e continuo a livello governativo che consenta davvero di avere linee guida amministrative, fiscali e sanitarie che lo consentano.

E’ nato con questa finalità il Manifesto del Riutilizzo, presentato a Fa’ la Cosa Giusta il 1° Maggio 2022 a Milano da RiC, restaincircolo.org, il tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo che vede come capofila Giacimenti Urbani Pcup e Planet Life Economy Foundation, con Associazione Comuni Virtuosi, CDA, Legambiente Lombardia, Scuola Agraria del Parco di Monza, Università Studi Milano Bicocca e Zero Waste Europe e a tutte le figure giuridiche – inviando una richiesta a info@giacimentiurbani.eu – e i cittadini – tramite questo petizione – che vorranno sostenere questo progetto. Il prossimo appuntamento sarà in Cascina Cuccagna a novembre durante la Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti.

E’ un vero e proprio appello al decisore politico nazionale per facilitare l’attuazione di circuiti di riutilizzo come auspicato dalla normativa Europea e nazionale, e nello stesso tempo chiede a tutti i cittadini sensibili a questo tema di aiutarci di diventare co-portavoci dell’iniziativa. 

Il Manifesto è rivolto 

AL SIG. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

AL SIG. MINISTRO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

AL SIG. MINISTRO PER LO SVILUPPO ECONOMICO

AL SIG. MINISTRO DELLA SALUTE

AL SIG. PRESIDENTE DELLA 10a COMMISIONE – INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

AL SIG. PRESIDENTE DELLA 12a COMMISSIONE – IGIENE E SANITA’ DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

AL SIG. PRESIDENTE DELLA 13a COMMISSIONE – TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

AL SIG. PRESIDENTE DELLA 8a COMMISSIONE – AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

AL SIG. PRESIDENTE DELLA 10a COMMISSIONE – ATTIVITA’ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

AL SIG. PRESIDENTE DELLA 12a COMMISSIONE – AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

AI SIGNORI SENATORI DELLA 10a COMMISIONE – INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

AI SIGNORI SENATORI DELLA 12a COMMISSIONE – IGIENE E SANITA’ DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

AI SIGNORI SENATORI DELLA 13a COMMISSIONE – TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

AI SIGNORI ONOREVOLI DELLA 8a COMMISSIONE – AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

AI SIGNORI ONOREVOLI DELLA 10a COMMISSIONE – ATTIVITA’ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

AI SIGNORI SENATORI DELLA DELLA 12a COMMISSIONE – AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Il Manifesto

per promuovere e rendere concretamente fattibile l’uso di contenitoridurevoli nell’ambito dei consumi domestici, alimentari e non, nellaristorazione e nei pubblici esercizi.
1.     Il miglior rifiuto è quello che non c’è

La “Gerarchia dei Rifiuti” è l’ordine di priorità stabilito dall’Unione Europea rispetto al “fine vita” diqualsiasi prodotto e, quindi, della sua trasformazione in rifiuto e della sua gestione in quantotale. Come noto, questa “gerarchia” vede al suo apice la “prevenzione”, ossia l’insieme dimisure, scelte progettuali/tecniche, processi/procedure, comportamenti che evitano all’originela formazione del rifiuto, superando il più possibile il concetto stesso di “usa e getta” e di“monouso”.

Questo approccio, che è alla base dell’”Economia Sostenibile” e della conseguente“Economia Circolare”, richiede fantasia, impegno e apertura al cambiamento da parte di tutti i soggetti coinvolti e non può che inverarsi per gradi, sposando compatibilità ambientali,economiche e igienico/sanitarie, evitando comunque che si generino fattori penalizzantispecifici per fasce di consum-attori, soprattutto quelli più deboli.

2.     Una visione di filiera

L’argomento comporta un’attenta revisione e un intervento sui comportamenti dei diversisoggetti che compongono l’intera supply-chain, perché non è possibile intervenire su un singolo aspetto senza concatenarlo a monte e a valle con le relative modifiche culturali, organizzative, tecnologiche e normative. La finalità è proprio quella di creare benesserecomplessivo, migliore qualità di vita e vitalità ambientale e sociale, creazione di lavoro e divalore per tutti.

Qui di seguito si suggeriscono pertanto le possibili azioni e/o impatti rispetto a ciascun anello proprio di questa supply-chain.

A.  Imprese di produzione

Restringere progressivamente la possibilità di immettere sul mercato contenitori a perdere diqualunque materiale sostituendoli con contenitori riutilizzabili, possibilmente prodotti con materiali riciclati. Favorire questa trasformazione gestionale con incentivi sull’acquisto e utilizzodi questi contenitori riutilizzabili.

B.   Imprese di trasformazione

Favorire con agevolazioni fiscali e con l’individuazione di specifici indici di bilancio la massima smaterializzazione dei processi produttivi, così riducendo la quantità di materiali immessi nelmercato. Nel contempo, incoraggiare il progressivo passaggio dall’uso di packaging usa egetta a specifiche attrezzature o contenitori riutilizzabili.

C.   Imprese di distribuzione (GDO, Esercizi HORECA, Pubblici Esercizi)

Favorire con agevolazioni fiscali e l’individuazione di specifici indici di bilancio latrasformazione degli allestimenti delle superfici di vendita limitando la vendita di prodotti conpackaging usa e getta e ampliando le aree dedicate alla mescita sfusa di prodotti secchi eliquidi. Nel contempo, promuovere la diffusione e vendita dei contenitori riutilizzabili con larelativa raccolta e accreditamento delle cauzioni, là dove opportuno. Allo scopo è anche utilel’obbligo di inserimento nello scontrino del costo del contenitore negli esercizi che fanno take-away e, sul lungo periodo, obbligo di proporre alternative all’usa e getta.

D.  Acquirenti e consum-attori

Favorire il loro coinvolgimento proattivo con campagne di comunicazione per la promozione deiprodotti sfusi e l’eliminazione progressiva dell’usa e getta, mettendo in rete tutte le realtà che operano in questo senso, ed evidenziando gli obiettivi dell’Agenda 2030 e la direttiva SUP (Single-Use-Plastic). La sensibilizzazione del consum-attore su questi temi, rappresenterà laleva basilare per l’effettiva trasformazione delle Imprese di trasformazione e distribuzione.

E.   Imprese di raccolta, riciclo, smaltimento dei rifiuti

La progressiva implementazione di queste azioni comporterà una progressiva diminuzionedei rifiuti complessivi, in linea con la prima opzione della “gerarchia dei rifiuti” della UE (“reduce”. Conseguentemente, anche ogni forma di riciclo e di smaltimento finale nebeneficerà automaticamente.

3.     E’ necessario un intervento normativo ad hoc

La corretta impostazione concettuale e anche l’indirizzo generale a favore dell’espansione del riutilizzo, già presente nelle normative sia UE che nazionali, sono stati tuttavia sinora pocosupportati da misure conseguenti atte a dare concreta applicazione ai principi enunciati.Rispetto all’ambito più sensibile, quello degli imballaggi, questa attenzione al tema delriutilizzo dovrebbe tradursi anche in chiare misure per definire e regolare ambiti, modalità elimiti per l’introduzione e l’uso di contenitori riutilizzabili.

Traspare infatti in modo reiterato una certa reticenza ad affrontare la questione quando ci siallontana dagli ambiti più scontati e “facili”, ossia quello degli imballaggi industriali destinati acircuiti B2B. Rispetto ai circuiti B2C, invece, l’uso di contenitori riutilizzabili presso negozi aldettaglio/punti vendita della GDO e pubblici esercizi, risulta a tutt’oggi materia sostanzialmente trascurata, quando invece proprio in quel contesto si determina la stragrande maggioranza deirifiuti.

Oggi in Italia l’unico vero riferimento normativo è l’art. 7 del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, convertito con modificazioni dalla Legge 12 dicembre 2019, n. 141 (c.d. “Decreto clima”)che, regolando le modalità di utilizzo da parte del consumatore di “propri contenitori” per l’asporto di prodotti alimentari, implicitamente dimostra che tale pratica è consentita.

Più recentemente la Commissione dell’Unione Europea, nella Decisone di esecuzione (UE) 2022/162 del 4 febbraio 2022, che stabilisce le modalità di applicazione della “Direttiva SUP”, indica tra le misure per conseguire una riduzione del consumo di tazze o bicchieri monouso per bevande e di contenitori monouso per alimenti, la promozione di alternative riutilizzabili a queste tipologie di contenitori monouso, a partire da contesti determinati come gli uffici pubblici, i luoghi di lavoro, i grandi eventi.

Si tratta di primi indirizzi, ma per passare alla fase operativa sarebbe necessario un unico atto che dia forma all’intera materia rispetto alle tematiche della sicurezza alimentare e dell’igiene, delle agevolazioni per la gestione amministrativa e fiscale, nonché, infine, degli incentivi, in una logica di minima burocrazia e massima semplificazione attuativa, come suggerito negli allegati:

A – Sicurezza Alimentare

 B – Amministrazione

C – Incentivi e fiscalità.

 

I firmatari del presente Manifesto, che rappresentano realtà diverse tra loro per natura, approccio e ruolo, chiedono pertanto alle Istituzioni e alla Politica un impegno concreto su questi temi, auspicando che vada formandosi una vasta area di portatori d’interesse accomunati dai medesimi obiettivi, alla cui adesione il Manifesto stesso è aperto.

 

Allegato A – Sicurezza alimentare
Sinora è mancato il coordinamento con le disposizioni in materia di igiene e sicurezza deglialimenti, che nelle normative ambientali vengono ritualmente richiamate come “limite” cui fareriferimento, senza per altro fornire alcun criterio pratico che consenta di introdurreun’innovazione così importante avendo la ragionevole certezza di non incorrere in infrazioni delle normative sanitarie.

Sarebbe pertanto di fondamentale importanza il coinvolgimento proattivo e preventivo delleautorità sanitarie, che rischiano invece di fungere esclusivamente da “controllore” e“sanzionatore” qualora le iniziative eventualmente intraprese siano dalle stesse ritenute nonconformi.

Nell’ordinamento nazionale, l’unica indicazione normativa significativa dal punto di vista dell’operatività concreta è infatti quella fornita dal   già citato nel testo art. 7 del “Decreto clima”, che però non pretende certo di svolgere una trattazione organica della questione. Si limita infattia fissare – in modo abbastanza incidentale quanto generico – le condizioni e le modalità di utilizzo di “contenitori propri” per l’asporto di prodotti alimentari da parte del consumatore. La formulazione potrebbe indurre a ritenere che qualora sia invece l’esercente del punto venditaa fornire al consumatore contenitori riutilizzabili idonei all’uso a contatto con gli alimenti, la cosa sia da considerarsi già pacificamente ammessa senza che siano necessarie particolari prescrizioni.

Vorremmo pensare che questa interpretazione “ottimistica” fosse quella corretta, ma la realtà èche permane un totale stato di incertezza ed indeterminatezza che scoraggia i piùdall’intraprendere sperimentazioni. Infatti, in assenza di chiare linee di indirizzo, le stesse Autorità sanitarie non sanno come comportarsi e quale sia il loro margine di discrezionalità, percui finiscono spesso per assumere un atteggiamento di fatto aprioristicamente ostativo.

Allegato B – Amministrazione
La diffusione di contenitori riutilizzabili nel mercato B2C su larga scala, sia GDO che Horeca,non può prescindere dal dispositivo della cauzione, ossia di un deposito di denaro contestualeal prelievo del contenitore, riscattabile riconsegnando il contenitore entro un limitato periodo ditempo, oltre il quale la cauzione scade e non viene più restituita.

La corretta gestione dei flussi finanziari, contabili e fiscali delle cauzioni, in particolare rispetto altrattamento IVA ad essi dedicato, è uno degli ostacoli principali all’espansione dei modelli di riuso su larga scala, e per quanto tecnologie di tracciamento e pagamento possano risolvere problemi di ordine applicativo non si può prescindere da una parola di chiarezza da parte dellegislatore sugli aspetti di rendicontazione, ad oggi incerti.

Nel canale HoReCa esistono poi diversi modelli di deposito cauzionale, ognuno dei qualipresenta specifiche caratteristiche a seconda del tipo di consumo che deve supportare: pertutte è comunque auspicabile un intervento normativo ad hoc, orientato a dare al fenomeno un quadro di riferimento certo, adeguato e favorevole al suo sviluppo.

 

Allegato C – Incentivi
Il citato art. 7 del “Decreto clima” prevede incentivi economici per gli esercizi commerciali, siadi prossimità sia riconducibili ai circuiti della media e della grande distribuzione, “che attrezzanospazi dedicati alla vendita ai consumatori di prodotti alimentari e detergenti, sfusi o alla spina,o per l’apertura di nuovi negozi che prevedano esclusivamente la vendita di prodotti sfusi”.

Al di là tuttavia dell’entità assai modesta di tali contributi, non solo la formulazione adottata nell’istituirli esclude che possano accedervi i pubblici esercizi (bar, ristoranti ecc.) ma, ancorauna volta, mancano soprattutto un quadro ed una strategia organici di promozione edagevolazione del “riutilizzabile”, per cui la previsione del “Decreto clima” finisce perrappresentare più un (piccolo) premio alla buona volontà di pochi pionieri che un effettivostrumento di sostegno e di un grande cambiamento.

Solo in un quadro di strategia organica, infatti, sono pensabili forme di incentivazione realmente significative, che potrebbero anche assumere forma di agevolazioni fiscali (adesempio operando sull’IVA), e comunque tali da poter dispiegare un’effettiva e concretaefficacia.

Un serio approccio al tema degli incentivi non può infine non tenere conto della difficoltàdi certificarne l’impatto positivo: l’acquisto di contenitori riutilizzabili e l’adeguamento dellestrutture al loro utilizzo non è di per sé garanzia di efficacia dell’iniziativa, perché i contenitoripotrebbero rimanere inutilizzati o venire immediatamente dispersi.

Questa difficoltà tecnica impone cautela e parsimonia nelle misure a sostegno della transizionedall’usa e getta, e per quanto possa essere risolta con tecnologie di tracciamento di ogni utilizzo dei contenitori richiede uno sforzo di comprensione e di innovazione da parte dei policy makers.

Redazione|News

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